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TEM (Transanal Endoscopic Microsurgery)

La TEM (Transanal Endoscopic Microsurgery) è una tecnica microchirurgica che consente l'escissione locale di neoformazioni del retto, in particolare sia di adenomi non asportabili endoscopicamente sia di adenocarcinomi allo stadio iniziale. Questa metodica, che viene eseguita per via endoscopica transanale mediante uno speciale rettoscopio operatorio, è stata introdotta nella pratica clinica da Gerhard Buess in Germania nel 1983, per il trattamento delle lesioni benigne. La perfetta illuminazione e distensione del viscere associata all'utilizzo di telecamere ad alta definizione consente di ottenere un'immagine magnificata, che permette un'accurata escissione delle lesioni a diversi livelli di profondità, che vanno dalla semplice mucosectomia all'escissione di tutta la parete del viscere includendo tutto il grasso perirettale circostante. Tutti questi vantaggi tecnici consentono di eseguire interventi anche per tumori molto vicini allo sfintere anale e, qualora vi sia un'infiltrazione dello sfintere stesso, si può procedere ad un'asportazione delle fibre muscolari interessate.
La TEM trova applicazione anche nel trattamento delle lesioni carcinomatose del retto in stadio precoce, purché un'adeguata stadiazione preoperatoria escluda una malattia localmente avanzata e la presenza di metastasi linfonodali o a distanza. In pazienti accuratamente selezionati la TEM consente quindi di associare il rispetto dei criteri della radicalità oncologica ai vantaggi della chirurgia mininvasiva. Il trauma chirurgico è infatti ridotto al minimo, con trascurabile dolore post operatorio, mobilizzazione precoce, rapida ripresa della funzionalità gastro-intestinale, bassa morbilità, degenza di 2-4 giorni e assenza di cicatrici chirurgiche.
I risultati oncologici non sono stati inferiori a quelli riportati dopo chirurgia tradizionale, ma è essenziale un'accurata stadiazione al momento della diagnosi ed un regolare follow up che permetta di individuare precocemente eventuali recidive di malattia.

Esiste la possibilità che l'esame istopatologico definitivo riveli uno stadio di malattia più avanzato rispetto a quello stabilito dagli esami strumentali preoperatori. In questo caso il rischio di metastasi linfonodali, anche non individuate con la diagnostica preoperatoria, aumenta in maniera direttamente proporzionale alla profondità di invasione della parete rettale da parte della neoplasia. Per ottenere una garanzia di radicalità oncologica è necessaria la cosiddetta “chirurgia di salvataggio”, ovvero l'esecuzione di una resezione anteriore del retto con asportazione di tutti i linfonodi periviscerali (Total Mesorectal Excision) a distanza di 4-8 settimane dalla TEM. I risultati oncologici a lungo termine sono paragonabili a quelli delle resezioni anteriori del retto eseguite direttamente: la TEM non compromette quindi la prognosi del paziente anche se diviene necessaria la “chirurgia di salvataggio”.

 

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